Riciclo Creativo

Piccoli gesti che lasciano il segno: la Palla di Babbalù

Alla scoperta della palla di Babbalù: il modo migliore per aiutare gli uccelli a sopravvivere d’inverno.

Scopri come farla, un po’ di margarina e tanti ingredienti sani e nutrienti. In autunno gli alberi perdono le foglie e si preparano al freddo invernale; la natura inizia il suo riposo, la terra stringe a sé i semi, che riprenderanno vita sotto forma di germogli solo in primavera, i vermi si addormentano e gli insetti rimangono in vita sotto forma di uova, lasciando così a becco asciutto i poveri uccellini che faticano a trovare pappe per i loro stomaci.

Noi li possiamo aiutare creando velocemente con le nostre mani pranzetti sani e nutrienti.

È semplicissimo e divertente… pronti per la Palla di Babbalù!?

Possiamo farla con quanto abbiamo in casa, magari coinvolgendo i nostri figli insegnando loro il rispetto e l’aiuto verso la natura: 70 grammi di farina 00 o farina gialla, uva sultanina, un pugno di semi misti (miglio, girasole, lino, ecc) frutta secca a pezzetti, briciole di dolci e, elemento indispensabile, 100 grammi della nostra margarina; la ricetta è consigliata dall’Enpa (Ente nazionale protezione animali) e prevede il giusto apporto di cereali, proteine, grassi, zuccheri e fibre.

Palla di Babbalù -Vallé Italia Magazine

Impastiamo tutti gli ingredienti per bene, amalgamando la parte secca e la Vallé, formando una palla; facciamo riposare il composto in frigorifero fino a quando non sarà solido.

Prendiamo poi uno spago o una rete morbida (andrà benissimo quella nella quale vendono arance, clementine o patate), avvolgiamo la sfera e appendiamola a un ramo o a un supporto in modo che rimanga sospesa a uno, due, massimo tre metri da terra e magari… a portata del nostro sguardo.

Ricordiamoci di mettere accanto alla Palla di Babbalù anche una ciotolina d’acqua, controllando che non ghiacci e cambiandola saltuariamente.

Aspettiamo poi con calma che le varie specie scoprano il banchetto da noi preparato con amore e assicuriamo loro continuità nel servirlo perché, una volta individuato, si recheranno dal loro nido proprio qui per mangiare e, non trovandolo, sarebbero costretti ad andare a cercare cibo, sfidando pericolosamente gelo e fame.

A primavera pian piano sospendiamo il servizio: i nostri amici riprenderanno a sfamarsi da soli e a cercare un posto più nascosto per attendere l’arrivo dei piccoli!