Buonessere

I Datteri

Sono un frutto tipico dell’Africa del nord e del Medioriente ma, curiosamente o forse no (lo vedremo), fanno la loro comparsa sulle tavole italiane durante il periodo natalizio, ovvero il periodo della famiglia e della tradizione.
Piccoli, ramati, densi e zuccherini, i datteri mettono gola solo a guardarli. Il frutto proviene da una palma, albero che ama i climi caldi e solari. Non è certo un caso che i datteri vengano dal Medioriente e che siano antichi quanto e più delle stesse abitudini alimentari dell’uomo.
La mezzaluna fertile, reminiscenze scolastiche, è la culla della civiltà. E i datteri hanno da sempre rappresentato un alimento accessibile e in grado di soddisfare il fabbisogno nutritivo della popolazione grazie anche alle sue… calorie.

Le calorie del dattero

Già. Il dattero è calorico. Molto. Per darvi un’idea: una porzione da 100 grammi, corrispondente a circa 10 datteri, equivale a 253 kcal. Il frutto è costituito soprattutto da carboidrati mentre registra una scarsa presenza di grassi e proteine. Il dattero è anche ricco di fibra, vitamine e sali minerali oltre a una percentuale di acqua che in genere è attorno al 25%.
Il dattero si mangia essiccato e se consumato con intelligenza (lontano dai pasti, specialmente abbondanti) rappresenta uno spezzafame salutare e una buona fonte di potassio.

I datteri

Perché a Natale

È curioso, come abbiamo visto, che il consumo di datteri sia concentrato soprattutto durante il periodo natalizio. Un frutto che ama il sole e che cresce su una palma in Medioriente consumato in inverno e durante la festività più tipica dell’Occidente.
Il motivo è ovviamente che siamo molto più vicini di quanto pensiamo e che le nostre tradizioni sono sempre l’esito di incontri e fusioni che si celano nel tempo. Ma, in questo specifico caso, secondo un racconto orale che appartiene alla tradizione cristiana, i datteri avrebbero addirittura accompagnato la nascita di Gesù.
Si narra che poco prima del parto Maria si avvicinò a una palma, a cui vi si appoggiò per alleviare la fatica e i dolori tipici della gravidanza. Dalla pianta caddero tre datteri, che le permisero di ritrovare le forze.
Da allora il dattero viene associato alla natività e anche, più in generale, alla fertilità (per esempio secondo alcune popolazioni dell’India e del Pakistan, dove il frutto è diffuso).