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Tutto sulle Fave

E pensare che il noto filosofo Pitagora le rifuggiva con talmente tanta convinzione da averne comandato l’astinenza ai propri discepoli. “Astieniti dalle fave” recita infatti uno dei tabù, il primo, della scuola crotonese del filosofo.
Altri tempi, ovviamente. Oggi le fave godono di ben altra nomea. Apprezzate per le proprietà nutritive, per il gusto e per gli abbinamenti cui si prestano, le fave sono legumi che crescono in baccelli contenenti semi giallognoli-brunastri e che possono essere mangiate sia cotte che crude, a differenza di molti legumi.

Fave Proprietà

Le proprietà delle fave

Dal punto di vista nutrizionale sono alimenti ricchi e salutari: contengono il 5% di proteine e di fibre e il 4,5% di carboidrati. La restante parte è composta da una minima percentuale di grassi e soprattutto da acqua (pari all’84 %). Fra le proprietà da evidenziare c’è il fatto che questi legumi contengono sali minerali come magnesio, ferro, potassio, rame e selenio insieme a una percentuale rilevante di vitamine, in particolare acido ascorbico. Grazie all’elevato contenuto in ferro le fave sono particolarmente indicate per contrastare l’anemia, mentre le foglie essiccate di questa pianta facilitano la diuresi.
Il basso apporto calorico, circa 70 calorie per cento grammi di fave, ne fa un cibo adatto alle diete ipocaloriche.

Le fave in cucina

Il grande classico è rappresentato dalle fave accompagnate dai formaggi, specialmente dal pecorino. Ma le fave possono essere presentate anche in purea oppure cotte ad arricchire zuppe e minestroni, insieme ad altre verdure e legumi.

Il favismo

Era probabilmente l’origine dell’idiosincrasia di Pitagora per le fave. Si tratta di una malattia correlata al consumo di fave, non a caso detta comunemente favismo. Una patologia correlata al deficit di un enzima, il G6PD. Le persone che presentano questa caratteristica, se esposte a determinate sostanze, possono andare incontro a varie conseguenze anche gravi, come l’anemia emolitica.